Avete mai sentito parlare del sondino che viene utilizzato per allattare? O, meglio, per salvare l’allattamento? Non tutte lo conoscono, per fortuna o sfortuna, dipende.
Per fortuna, se non hanno avuto problemi con l’avvio di questa strabiliante e naturale via di nutrimento (la migliore in assoluto) per i loro figli. Magari queste minuscole creature si sono attaccate al seno senza titubanze e nel modo giusto. Magari le mamme erano già preparate o avevano già esperienza e sapevano come fare… In quei casi ok, niente sondino.
Altre mamme, invece, lo conoscono bene perché, per loro sfortuna, non è andato tutto liscio da subito, capita, e hanno dovuto ricorrere a questo ‘aiutino’.
È una vera sfortuna se, pur avendo problemi, non lo conoscono perché può davvero risolvere la situazione.
Essendo l’allattamento al seno fonte di…stanchezza, esercitazione alla pazienza, a volte stress e annullamento totale (anche se temporaneo) della donna che esisteva prima di diventare mamma, ma essendo soprattutto fonte immensa di vita, nutrimento, coccole, amore, tenerezza e tanto altro, tutte, o quasi, cioè il 90% delle neomamme provano ad allattare i propri figli alla nascita, percentuale che scende già al 75% al momento delle dimissioni dall’ospedale, per arrivare purtroppo al 45% ai tre mesi e al 10% ai sei mesi di vita del neonato.
Questi dati, diffusi dalla Sin (Società Italiana di Neonatologia) in occasione della settimana mondiale per l’allattamento materno 2018, svoltasi quest’anno dall’1 al 7 ottobre, potrebbero e dovrebbero essere migliorati per seguire le raccomandazioni pro-allattamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
È ampiamente dimostrato che l’allattamento materno porta benefici a livello cognitivo e di salute sia per i bambini che per le madri. E che benefici! Pensiamo anche solo agli anticorpi che vengono trasmessi al bambino tramite il latte materno o alla prevenzione di tumori al seno e alle ovaie per la madre! Senza contare il forte beneficio derivato dall’alto contatto che ne deriva.
Ma non si può nascondere nemmeno quanto impegno l’allattamento richiede. E tante sono anche le piccole e grandi difficoltà che una mamma può incontrare in questo momento così delicato della sua vita.
Tolti i rarissimi casi (circa il 5%) in cui davvero non è oggettivamente possibile allattare, la maggior parte dei problemi che sorgono sono risolvibili con poco.
E il sondino può essere la soluzione.
Oggi sono tante le figure che possono aiutare e sostenere, con le competenze giuste, le donne che vogliono davvero dare il proprio latte ai propri piccoli.
A volte, soprattutto al momento in cui si vuole avviare un allattamento materno, non si trova sostegno in ospedale dove spesso, già da subito, viene dato il biberon con il latte artificiale al piccolo anche quando non è necessario. Per non parlare dell’ignoranza della maggior parte dei pediatri proprio in fatto di allattamento (e svezzamento/autosvezzamento cosiddetto). Proprio loro, figure di riferimento fondamentali per le neofamiglie, non sanno che consigliarti se non la ‘formula’, cioè il latte artificiale. “Ma chi te lo fa fare a tenerlo sempre attaccato al seno, dagli il latte artificiale”, viene addirittura suggerito da alcuni di loro che pare ricevano premi di vario genere dalle case produttrici di latte formulato se riescono a ‘prescriverne’ di più.
Fermo restando il ruolo importante che il latte artificiale assume nei casi in cui davvero serve, non può e non deve essere promosso più dell’allattamento naturale.
E poi ci sono purtroppo ancora molte reticenze culturali, molte vecchie e false credenze che solo informandosi si possono combattere e superare (vedi, per esempio frasi del tipo: “non hai latte” quando tutte hanno il latte, a parte casi davvero particolari; “il tuo latte ormai è acqua, non è nutriente” quando questo non è possibile).
Insomma, una mamma già in un turbinio di emozioni, in una realtà completamente nuova e con uno stato d’animo a volte confuso e fragile, oltre che investita da uno sbalzo ormonale non indifferente, può trovarsi in serie difficoltà e abbandonare l’allattamento al seno, seppur non ce ne sia bisogno e sia più semplice di quanto sembri risolvere i primi problemi e andare avanti finché si vuole (l’OMS consiglia fino a sei mesi allattamento esclusivo al seno e poi anche fino a due anni e oltre, se mamma e figlio lo vogliono, non può far che bene).
Ma vediamo meglio di cosa si tratta quando parliamo di sondino salva-allattamento.
A spiegarcelo è Grazia De Fiore, consulente professionale in allattamento IBCLC (acronimo di International Board Certified Lactation Consultant, cioè professionista specializzato nella gestione clinica dell’allattamento al seno e della lattazione umana), fondatrice del Centro Allattamento Café Bebé a Catania, insegnante del portare i bambini e autrice di vari libri riguardanti questi argomenti.
“È un dispositivo di aiuto all’allattamento, chiamato anche DAS, cioè dispositivo per l’alimentazione supplementare. Non si utilizza solo nel caso in cui ci sono problemi meccanici nel bambino, se il piccolo ha problemi di suzione, per il resto può essere sempre utilizzato per dare l’aggiunta quando serve, senza per questo perdere l’allattamento e l’attaccamento al seno”.
Come funziona?
“Ci sono dispositivi appositi da poter acquistare con tanto di istruzioni da capire e seguire ma è anche possibile costruirlo in casa, il che è molto facile oltre che economico. In questo caso, però, il sondino va acquistato tramite una consulente professionale, non è facile da reperire altrimenti. Il bimbo ciuccia il latte della mamma e, contemporaneamente, la cosiddetta ‘aggiunta’ perché viene inserita un’estremità di questo piccolo sondino di silicone lungo almeno 40 cm in un biberon tramite un foro creato apposta sulla tettarella e l’altra estremità viene attaccata con un cerotto al seno della mamma e inserita nella bocca del bimbo insieme a capezzolo e areola”.
Al bimbo non dà fastidio?
“Non ne dà se inserito nel modo giusto. Per la legge dei vasi comunicanti, come il latte materno anche il latte artificiale arriverà in bocca al bambino solo se quest’ultimo ciuccerà. Così si salva il movimento corretto di suzione del neonato. Ma è molto più semplice di quanto possa sembrare. Ed è importante perché il bimbo ciuccia il latte della mamma stimolando il seno che in questo modo produrrà poi più latte. È una legge della natura per cui allo stimolo il seno risponde con maggior produzione”.
Perché si cerca di evitare l’uso del biberon e si preferisce proprio questo sistema se si vuole allattare al seno?
“Proprio per questa legge della natura che bilancia richiesta e offerta di latte materno, è necessario che il bimbo si attacchi al seno e non al biberon perché la tettarella finta lascia arrivare al piccolo il latte in modo più forte, con un flusso più abbondante e costante. Se non si offre il seno al bimbo, il seno produrrà sempre meno latte e il bimbo si abituerà a quel tipo di suzione, molto diversa e più facile per lui. C’è un rischio molto alto che il bimbo non accetti più, di conseguenza, il seno. Il piccolo riconoscerà, molto probabilmente, il biberon come via di nutrimento e non riuscirà più a ciucciare correttamente dal seno, non riconoscerà più quella come fonte di nutrimento. Ecco, per quelle donne che vogliono evitare che ciò accada, il sondino è l’ideale. Potranno stimolare il seno e dare l’aggiunta allo stesso tempo. Man mano potranno, soprattutto, vedere la maggiore produzione di latte dal seno e potranno diminuire le aggiunte fino a toglierle del tutto e dare solo il seno”.
Per quanto tempo deve essere utilizzato il sondino?
“Non c’è una regola, ogni caso è a sé. C’è chi lo usa per una settimana, chi per un mese, chi per due. Ma è un modo per mantenere anche il contatto. Perché allattare non è solo nutrire ma è anche molto altro. È coccola, è contatto, è attaccamento”.
Ma se l’allattamento materno è una cosa naturale, perché ricorrere a questi sistemi? Qualcuno lo considera una sorta di accanimento. Se non si riesce naturalmente allora meglio lasciar perdere, si potrebbe pensare.
“È capitato che qualcuna mi dicesse proprio questo: <pensavo fosse una cosa naturale ma in questo modo è una cosa forzata quindi lascio perdere>…quando bastava stimolare un po’ il seno e avrebbe potuto godere lei e figlio di tutti i benefici dell’allattamento, che è sì un atto naturale ma bisogna acquisire un po’ di pratica per farlo. Prima c’erano le balie, quindi una volta c’era questa soluzione. Oggi non esiste più questo lavoro e quello che viene utilizzato è sempre il biberon. Se qualcuna dona il latte lo fa magari in famiglia, in intimità. Ci sono le banche del latte ma poi questo viene somministrato tramite biberon quindi si hanno i benefici del latte ma non quelli del contatto materno”.
Purtroppo pare che nella società di oggi la norma sia il biberon e sembra normale vedere una mamma che dà il biberon al figlio e quasi sembra strano vedere una mamma che dà il seno.
“Il neonato nasce con la disponibilità assoluta a farsi nutrire perché ha ovviamente uno spiccato istinto di sopravvivenza e proprio per questo si adatta, è flessibile. In base a cosa gli viene offerto, cambia la sua qualità di suzione. Con il sondino la qualità rimane intatta, è un dispositivo che non interferisce su questo, è come se prendesse solo il seno”.
È successo che pareri di medici che conosce si siano schierati contro il sondino?
“È capitato che una logopedista abbia sconsigliato ad una mamma che seguo di utilizzare il sondino perché sosteneva che avrebbe creato problemi poi nel linguaggio per la posizione che deve assumere il bimbo per bere ma questo non è assolutamente vero, forse pensava si desse solo il sondino al bimbo, a mo’ di cannuccia ma prendendo il seno e inserendo il sondino in bocca insieme a capezzolo e areola, non cambia la posizione della bocca del bimbo né, come dicevo, la qualità della sua suzione”.
Grazia De Fiore è stata da poco a Toronto, in Canada, per seguire un corso di aggiornamento con il dott. Jack Newman, pediatra famoso in tutto il mondo anche per aver fondato proprio a Toronto l’International BreastFeeding Centre, cioè un Centro Internazionale per l’allattamento.
“È stata un’esperienza illuminante, come tutte quelle che ho fatto negli anni con il dott. Newman”, spiega la De Fiore che con il pediatra canadese ha anche scritto un libro a quattro mani, ‘Svezzamento e Allattamento’, Coleman Editore (“l’allattamento non dovrebbe essere sacrificato sull’altare dell’ignoranza”, Jack Newman).
“Con lui è un vero aggiornamento continuo, basato su studi e ricerche costanti che migliorano la vita delle mamme e dei bimbi. Ovviamente anche lui promuove l’uso del sondino, quando necessario. E lui è un medico, un pediatra, quindi non ci sono dubbi sulla sicurezza e all’affidabilità di questo metodo”.
Se molti medici e pediatri sono letteralmente ignoranti in materia di allattamento e svezzamento, Grazia De Fiore è ormai da vent’anni punto di riferimento per tutte le mamme e le famiglie non solo di Catania, la sua città, ma di tutta la Sicilia e non solo, visto che segue neomamme a Roma, Napoli e in altre città italiane.
Se si vuole allattare al seno, grazie a lei e a professionisti come lei oggi ci sono molte possibilità di risolvere con poco i piccoli grandi problemi che sorgono nei primi giorni e nei primi mesi. Il sondino spesso salva davvero l’allattamento e non ha controindicazioni. Bisogna armarsi solo di pazienza e di tanto amore, ma di amore una mamma ne ha sempre in abbondanza.
Donatella Briganti