Questa volta vi parlo di una donna che non nasce imprenditrice ma che lo è diventata inizialmente per necessità, poi per passione. Stefania Rossni è madre di tre figli. Il più grande ha 18 anni, la seconda 13 e la terza 11 anni.
Stefania tra famiglia e lavoro
Nella sua vita ha svolto vari lavori, ha cambiato più case e città ma adesso, da parecchi anni ormai, vive a Pontevico, in provincia di Brescia, nella cascina con l’orto che tanto amava suo padre, con il quale l’aveva acquistata. Poi, circa 10 anni fa, il suo caro padre è venuto improvvisamente a mancare ma lei è voluta fortemente, e tra mille difficoltà, rimanere lì con il marito e i figli, facendo di tutto per pagare il mutuo. Ha fatto anche lavori da dipendente ma ha sempre preferito quelli ‘indipendenti’ per riuscire a dedicare più tempo ai figli che ha allattato con determinazione.
Dopo il primo figlio, è tornata al lavoro quando il piccolo aveva circa 7 mesi ma per gli altri figli ha ricominciato subito. Per ogni figlio, ha praticamente fatto un lavoro diverso. Per lei il lavoro è fondamentale, “è dignità” ma dopo la nascita della terza figlia, quando pensava di tornare al suo lavoro da dipendente, si è trovata in uno stato di necessità per cui non è potuta più rientrare al lavoro. Proprio in quei giorni, infatti, è venuto a mancare il padre, i suoi figli erano legatissimi al nonno che era anche un aiuto pratico perché stava sempre e volentieri con i bimbi. E lei si è dovuta licenziare per stare con i figli. Non potevano permettersi il nido, sarebbe diventato molto impegnativo.
DIFFICOLTà GIà AL PRIMO FIGLIO
“Soprattutto per il primo figlio io e mio marito eravamo soli in Val Brembana, lontano da tutti – racconta Stefania – quindi facevamo davvero i salti mortali per conciliare la genitorialità con il nostro lavoro. Ci scambiavamo il bimbo sulla porta perché ci alternavamo con gli orari. Con la seconda e la terza, sono rientrata abbastanza presto ma non è stata mai facile la conciliazione maternità/lavoro”.
l’ALLATTAMENTO
Ha allattato tantissimo. Più che ha potuto. L’allattamento è l’unica cosa che non si può delegare quindi Stefania poteva fare solo una cosa, molto faticosa e che scombussola la produzione del latte stesso perché non stimolato dalla richiesta diretta del bimbo o della bimba: ‘tirarsi il latte’ per lasciare il biberon pieno al marito che lo avrebbe così potuto dare al piccolo o alla piccola, quando lei non poteva e doveva andare a lavorare.
“Il primo l’ho allattato per tanto tempo, avevo tantissimo latte. Ne tiravo un litro e mezzo al giorno. Avevo riempito un congelatore di latte materno, tanto che poi son venuti con un’ambulanza dall’ospedale Macedonio Melloni di Milano per ritirare 60 litri di latte materno da donare ai bimbi prematuri. Non è stato facile, anche una volta tornata al lavoro, durante le pause o appena potevo, correvo ad allattarlo. Sono una molto determinata, mi ero informata parecchio sull’allattamento e ci tenevo tanto. Non ascoltavo nessuno e andavo dritta per la mia strada perché sapevo che era quella giusta”.
Anche le altre figlie hanno avuto la fortuna di godere per tanto tempo del latte materno. E ad ogni figlio che arrivava, potevano godere di questo oro bianco anche gli altri.
“Ho allattato tutti e tre i miei figli. La seconda per quasi due anni, fino a quando sono rimasta incinta della terza. A quel punto ho dovuto smettere perché ero troppo magra e il dottore mi aveva detto che, se avessi continuato, avrei messo a rischio il feto. Solo in quel caso ho dovuto scegliere io di smettere di allattare, per gli altri figli ho lasciato scegliere a loro. Ogni volta che ne allattavo uno, tiravo il latte e lo davo anche agli altri. Anche per l’ultima, allattavo lei ma c’era così tanto latte che lo tiravo con il tiralatte elettrico e lo davo anche al grande che aveva ormai 8 anni e alla seconda che ne aveva 2”.
sTEFANIA IMPRENDITRICE e autoproduttrice
Stefania Rossini diventa imprenditrice alla terza figlia. Dopo aver perso il padre e dovendo continuare a pagare le alte rate del mutuo della bellissima cascina, ha iniziato ad autoprodurre a casa tutto ciò che poteva.
“Non mi entravano più i soldi del lavoro che avevo perso ma ho studiato il modo per non farli nemmeno uscire”, spiega Stefania.
“Ho cominciato con quello che serviva a me, cioè detergenti, creme, alimenti. Coltivando il mio orto sono riuscita ad autoprodurre parecchio di ciò che consumo. Ho scoperto un mondo fantastico. Cerco di fare tutto nel rispetto della natura. I miei prodotti sono quanto più possibile biologici. In fondo, era quello che facevano tutte le donne fino a cento anni fa. Tutto quello che faccio e che so, l’ho imparato da autodidatta, mi documento sul web, mezzo indispensabile per me e per il mio lavoro oggi”.
Perché quella che era inizialmente una necessità, è diventata per Stefania anche una passione. Ha aperto il suo blog naturalmentestefy.it , ha scritto 8 libri sull’autoproduzione e adesso si dedica molto anche ai video che carica e condivide su YouTube, sul canale che porta semplicemente i suoi nome e cognome, in linea con la sua filosofia di vita, semplice e naturale.
“Non sono un’esperta di video, cerco di far valere principalmente i contenuti. Parlo di autoproduzione ma non solo. Mi piace anche trasmettere a tutti l’importanza del tempo. Io che ho sempre avuto tutti e tre i figli con me in casa, ho imparato a gestire il mio tempo per lavorare al massimo e poi godere dei figli al massimo. Non è facile far capire loro che se sto pulendo, se sono seduta davanti al computer, se sto scrivendo, in realtà sto lavorando. Ma cerco di parlare molto con loro e spiegare che se vogliono una cosa poi mamma deve anche avere i soldi per comprargliela”.
Da circa un anno Stefania e suo marito hanno scelto strade diverse. E i figli pure. Il più grande vive con il padre, le altre due con lei.
Come lavorare in casa con i figli
“Il segreto per lavorare in casa con i figli è cercare di coinvolgerli. Così ho fatto con i video. Visto che in altro modo non riuscivo, ho ‘assunto’ le mie bimbe come registe del mio canale. Mantengono la telecamera, mi insegnano piccoli segreti sui social e sulle nuove tecnologie, in cui sono sicuramente più brave di me. Pian piano sto imparando anche io”.
Ma l’attività principale per lei resta il B&B, quella che chiama ‘la vera intuizione’, che permette di aiutare tutta la famiglia a vivere.
“Ho 4 camere che affitto, praticamente a casa mia. Cerco di offrire tutto nel rispetto della natura. Anche i mobili che le arredano hanno sempre un perché e tutto quello che posso offrire, fatto da me, non manca mai”.
Lei è vegana ma non impone questo stile alimentare anche alle figlie. “Loro scelgono liberamente. In casa io cucino solo vegano ma se vanno fuori mangiano ciò che vogliono. Penso sia fondamentale capire, ed è questo che sto cercando soprattutto di trasmettere loro, che ognuno ha una propria visione della vita che va rispettata. L’esempio che io do penso sia fondamentale ma poi ognuno può scegliere la vita che preferisce”.
In Italia senza nonni è difficile
Anche lei, come moltissime mamme, si è reinventata e ha cambiato vita per i figli, incontrando tutte le difficoltà del caso, ma cosa pensa manchi per un vero sostegno alle mamme e in generale alle famiglie?
“A me è di certo mancato il sostegno fisico. Qualcuno che mi aiutasse a tenere i figli mentre io lavoravo. La solitudine penso sia il problema principale. Ti devi arrangiare come puoi. E se vuoi anche allattare, le difficoltà si moltiplicano. In Italia se non ci sono i nonni, sei spacciata. E il rischio è anche quello di perdere di vista la propria femminilità, il proprio essere donna. Devi essere soprattutto mamma. Ma non è giusto. Se vuoi indipendenza, se diventi mamma, pare tu non sia più donna. Si dovrebbe riuscire a garantire la maternità e l’allattamento senza dover sacrificare in tutto e per tutto l’essere donna”.
Stefania, mamma ‘MIA – Mamme imprenditrici allattano’
Stefani Rossini è un’altra “mamma MIA”, come le chiamo nel mio progetto dal voluto gioco di parole. È una mamma imprenditrice che ha allattato e, anche se a fatica, è riuscita a conciliare lavoro e maternità, dovendo trovare da sola, o con pochissimo aiuto, la strada per risollevarsi.
Ecco le storie che voglio raccontare nel mio ‘Progetto MIA – Mamme Imprenditrici Allattano’. Voglio raccontare di mamme imprenditrici che hanno superato le tante difficoltà e hanno trovato la soluzione. Voglio entrare nelle loro squadre, nelle loro aziende, collaborare con loro anche con il mio lavoro da ghostwriter. E voglio, tramite il mio progetto, che tutte le soluzioni trovate dalle mamme MIA vengano poi studiate, analizzate e proposte a chi di dovere, per capire come possiamo migliorare questa società che senza mamme (ovviamente anche papà) e figli felici (preferibilmente e quando possibile, cioè quasi sempre, anche allattati naturalmente), andrà allo sfascio in un futuro nemmeno troppo lontano.
Donatella Briganti