Figura considerata da alcuni controversa perché trattasi di uno scrittore-fantasma o scrittore-ombra che scrive su commissione e lascia i meriti di ciò che scrive a chi commissiona. Utilizza la sua arte e la sua capacità di scrittura per chi non sa farlo, non ama farlo o non ha tempo di farlo. Offre un utile servizio, svolge il suo lavoro e poi si fa da parte. Una sorta di artigiano che presta il suo servizio a chi ne ha bisogno.
Nei paesi anglosassoni quella del ghostwriter è una figura consolidata e riconosciuta. In Italia, invece, ce ne sono tanti ma quasi mai visti di buon occhio.
Ciò che fa discutere è che questo fantasma scrive e poi lascia al committente la firma e i meriti.
È giusto? Si, se ciò che scrivo non è un’idea mia e se ciò che scrivo per te è un servizio che ti aiuta a raggiungere quell’obiettivo che tu vuoi raggiungere, nei limiti ovviamente della legalità. Insomma, tu hai una storia da raccontare, io ti aiuto a raccontarla parola per parola, pagina per pagina. Tu hai un’idea ma non hai tempo per descriverla nero su bianco quindi te la scrivo io.
Può un giornalista fare anche il ghostwriter? Perché no?! Sono due cose diverse ma che si possono conciliare. Se faccio il giornalista tutto è farina del mio sacco e quindi firmo io. Da ghostwriter offro semplicemente un servizio che aiuta a scrivere, per esempio, un discorso, un libro, i contenuti di un sito, una lettera, una recensione, un comunicato stampa e via scrivendo.
Donatella Briganti (ghostwriter e giornalista)