Tutti pazzi per la SEO
Ma cos’è ‘sta SEO? Vale anche per i libri?
Quante volte avete sentito questa domanda? E quante volte l’avete fatta? Se avete a che fare in qualche modo con testi, online ma non solo, sicuramente vi è ronzata nelle orecchie una marea di volte.
Ne avete bisogno se volete migliorare il vostro business, il vostro lavoro, la vostra voglia di raggiungere nuovi clienti o sempre più follower. Perché pare non ci si possa più muovere tra le parole senza SEO (Search Engine Optimization) e che tutto giri intorno alle parole chiave e, appunto, all’ottimizzazione per i motori di ricerca.
La nostra vita è sempre più virtuale, purtroppo aggiungerei, e il Covid-19 di certo non ci ha aiutati a svirtualizzarci. Anzi. C’ha messo il carico!
Così, se vogliamo che i nostri post vengano letti da più persone, che il nostro articolo sia efficace, che i nostri follower aumentino, che la nostra visibilità si espanda a macchia d’olio, non possiamo che farcela amica, ‘sta benedetta SEO!
Tutto deve tener conto dell’ottimizzazione, della continua scalata googleiana, del numero di persone che ci vedono, ci sentono, ci seguono.
Ma non sarà troppo adesso?
Aripurtroppo, no! Nel senso che pare la optimization fever stia salendo sempre più. Prima per i siti web, poi per i post sui social, poi per la sponsorizzazione di questi post, poi per qualsiasi altro testo online.
Anche se la SEO expert Adriana Piluzza ci tiene a precisare: “Social e SEO, in realtà, sono due cose distinte e separate e da analizzare in modo approfondito. Non è tutto così semplice come sembra. Se proprio vogliamo generalizzare, possiamo dire solo che tutto fa parte del Digital marketing”.
Spesso si ha l’impressione che la ricerca della massima scalata possibile porti alla creazione di testi non esattamente corretti o che non verrebbero scritti allo stesso modo altrimenti.
Le parole chiave? Per molti un incubo
In un testo che verrebbe scritto correttamente su un foglio o anche su un quotidiano, online deve trasformarsi in una enorme parola chiave, scritta e ripetuta quante più volte possibile. Una ridondanza, talvolta, esagerata che porta a far sentire il lettore alquanto stupido. ‘E l’ho capito, no? Andiamo avanti’, si potrebbe dire leggendo un testo SEO.
“Questo fa riferimento a linee guida di una SEO vecchia, superata e ormai in disuso. Prima, infatti, si tendeva a utilizzare una tecnica di keywords stuffing, cioè infilare più keywords possibili in un articolo, per farlo posizionare più in alto. Oggi Google penalizza addirittura questa pratica e prevede, tra le sue linee guida, l’uso di un linguaggio scorrevole e non artificiale. Gli articoli adesso devono essere scritti per gli utenti e non per i motori di ricerca. L’uso delle parole chiave è sempre utilizzato per posizionarsi ma tutti i motori sono ormai in grado di capire i sinonimi e il senso del contenuto in generale”, ci spiega la Piluzza.
Questo un po’ consola perché lascia più libertà di espressione nella scrittura, cioè in quella che dovrebbe essere un’arte e, in quanto tale, dovrebbe essere ed esprimere libertà per antonomasia.
Per chi scrive per professione qualcosa comunque continua a non tornare
La scrittura sembra rinchiudersi in degli schemi sempre più rigidi che le permettono sì di raggiungere forse più lettori ma anche di aggiungere limiti ai limiti che porta a volte con sé.
Per chi scrive per professione o crede nella scrittura vecchio stile o, ancora, viene proprio dal mondo della scrittura pre-SEO, quella dell’ottimizzazione non viene vista sempre come un’opportunità ma più come una rottura di scatole che nulla ha a che fare con l’arte, la cultura, la libertà e la stimolazione della fantasia e più con un mero passaggio tecnico. Come se uno scrittore si mettesse sul furgoncino e portasse più copie possibili a più persone possibili.
LA SEO è più rottura o più Opportunità?
“Invece la SEO è proprio un’opportunità per essere più letti. Ed è come identificare il motivo, cioè l’interesse delle persone o un tema caldo, per cui scegliere un argomento su cui scrivere. La SEO è, cioè, a priori un aiuto per avere più fruitori, più utenti, più lettori”.
Ma vogliamo parlare del grassetto che non deve mancare qua e là? E della suddivisione in paragrafetti con appositi titoletti per non far sì che il testo risulti più lungo di un tot di parole e faccia scattare il semaforino rosso di Yoas SEO? E poi e poi…
Anche qui la nostra esperta SEO, Adriana Piluzza, può chiarirci la questione:
“Quelle sono indicazioni che aiutano l’utente a capire meglio il testo. Un po’ come i punti e le virgole. Sì, puoi non metterle, l’utente probabilmente capisce lo stesso ma fa più fatica. Tutto questo serve a scrivere un testo facilmente leggibile da un utente medio”.
Ok, ci crediamo.
Il fine pare anche nobile perché maggiore leggibilità e maggiore chiarezza dovrebbero servire al fruitore a capire meglio, ad avere uno schema evidente in cui è strutturato quel pezzo, a raggiungere prima la parte del testo che interessa.
Aranzulla & Co.
Capita anche di imbattersi in articoli come degli Aranzulla & Co. che sono sempre stati utili a tutti ma che hanno delle premesse infinite, utili solo ad allungare il brodo, a formare più contenuto, a risalire sempre più sui motori di ricerca.
Ma Aranzulla non è diventato famoso proprio perché utile? E non mi pare qualche tempo fa facesse ‘sti papeddi (papelli per chi non è siciliano). Sfido chiunque a leggere tutto l’articolo dall’inizio e non saltare per arrivare giù giù giù, ma molto giù, direttamente a ciò che serve. ‘Aspetta un attimo… siediti comodo… prima ti dico questo…ancora una cosa…un’ultima cosa…’ E non si arriva mai al punto della questione. Ma se lo fa lui, a qualcosa ‘sta SEO servirà davvero?!
Ebbene sì! La SEO serve eccome! Dietro c’è un lavorone infinito che non si ferma alle parole chiave.
Sempre più esperti SEO
Ci sono ormai più esperti SEO che funghi nel bosco.
E lì la Piluzza ci blocca subito per difendere la categoria.
“Direi che più che esperti, molti sono improvvisati esperti SEO. Leggono qualche articolo e pensano di avere la chiave del successo. Dietro un esperto SEO ci sono anni di studio e soprattutto di prove e riprove per trovare la soluzione vincente. SEO inoltre non è solo l’utilizzo di parole chiave ma conoscenza tecnica del sito e capacità di renderlo fruibile all’utente e ai motori di ricerca”.
LA SEO SERVE
Effettivamente serve a farti trovare, a rispondere alle domande più disparate che vai a cercare su YouTube, Amazon, Google o, più raramente, su altri motori di ricerca.
Se offri un servizio, vuoi apparire la prima offerta in prima pagina e ti serve la SEO. Se cerchi un servizio, difficilmente vai oltre la prima o al massimo le prime tre pagine…e ti serve la SEO. Infatti chi va pazzo per la SEO spesso va matto anche per la SEM (Search Engine Marketing), cioè marketing attraverso i motori di ricerca.
Evvai con il business serio!
La SEO è il nuovo Sole, e tutti noi siamo tanti piccoli pianeti che giriamo intorno. C’è chi è più vicino e ci vede più chiaro, costruendosi così una nuovissima e ricercatissima professione: quella del SEO Specialist o SEO expert.
CHE c’entra la SEO con i libri e il mondo dell’editoria?
Anche gli scaffali delle librerie, reali e virtuali, sono piene di libri che parlano di SEO e ti danno delle indicazioni su come ottimizzare. E ci sono molti libri che sono, invece, frutto proprio della dea SEO!
Che vuol dire? La SEO è utilizzata anche per scrivere i libri di carta?
Sì. Non sempre, ma sì. perché anche chi legge libri di carta va prima o poi su internet in qualche modo, fruisce della Rete e in quella rete ci casca con tutte le scarpe.
Per dirla tutta, c’è chi s’è inventato un altro lavoro ancora, se così possiamo chiamarlo, che ha sempre a che fare con l’ottimizzazione: scrivere libri per vendere.
E come vendi oggi se non in chiave SEO? Quindi questi geni, che fanno? Fanno delle ricerche, o le fanno fare ai SEO Specialist proprio perché con la SEO, attenzione, non si scherza poi così tanto, e una volta scelte le parole chiave del momento o quelle comunque più utilizzate, scrivono libri su quel tema, su quella parola, su argomenti che girano attorno a quella chiave del successo.
Wow! Come far sposare il marketing, il business, l’editoria, la cultura e l’anticultura. Il vecchio e il nuovo. La carta e la Rete.
“Credo che il fine di qualsiasi libro sia quello di vendere o almeno di essere letto” dichiara Piluzza. “Le parole chiave sono uno strumento utile a capire quello che gli utenti cercano. Rivolgendosi ad un pubblico che già esiste magari risparmiano energie o semplicemente trovano spunti per argomenti che senza quella ricerca non sarebbero venuti fuori”.
Punti di vista?!
Dalla SEO non si scappa
Probabilmente dalla SEO non si scappa. Quindi, o ci si affida a degli esperti, o ci si mette sotto a studiare il nuovo mondo, che tra l’altro è sempre in divenire, sempre più nuovo, sempre di corsa.
Può piacere o no ma…hai, per esempio, un negozio? La SEO ti serve; offri un servizio? La SEO ti serve.
E se cerchi un servizio? Ecco, qui non è detto tu riesca a trovare in prima pagina Google per forza e sempre i migliori servizi e prodotti per te. Sicuramente trovi quelli che si sono messi più al passo con i tempi, che hanno studiato di più, o hanno più risorse per investire in questo.
“Non sempre è così”, sostiene, invece, l’esperta. “Google premia chi fa l’articolo migliore, il più engaging, quello con il quale gli utenti interagiranno di più. Google utilizza delle metriche e vede il tempo che tu spendi in una determinata pagina, il bounce rate e in base a tantissimi fattori decide la posizione di quell’articolo. Non è necessariamente quello che utilizza più risorse a posizionarsi meglio”.
C’è un mondo SEO da imparare.
SEO O NON SEO?
Una cosa è certa! Anche se non sei o i tuoi testi non sono SEO oriented e per questo sembri non esistere, rilassati! Respira! Perché, te lo assicuro, esisti lo stesso.
Anche su questo aspetto la Piluzza ha qualcosa da dire: “Oggi è più importante essere content oriented che SEO oriented. È il contenuto che fa la differenza. E, almeno per quanto riguarda l’online, di certo con il contenuto giusto, esisti un po’ di più”.
Quindi?
SEO o SÉ? SEO o NO?
L’importante è scegliere di esistere al meglio per sé, la SEO probabilmente risponderà di conseguenza, online o offline che sia.