Interviste

La suora scienziata al Cern: scienza e religione possono andare d’accordo

Al Cern di Ginevra con suor Katarina Pajchel

Nei giorni scorsi Papa Francesco ha parlato di scienza e del suo rapporto con la religione auspicando più dialogo tra questi due mondi e invocando un progresso scientifico e tecnologico “a vantaggio di tutti”.

Occorre, secondo il Papa, superare la divisione tra le due culture. La scienza, ha detto, ha dei limiti da rispettare per il bene dell’umanità stessa, e necessita di un senso di responsabilità etica. La religione, dal canto suo, offre alcuni grandi principi per sostenere questo dialogo. Il primo è la centralità della persona umana, che va considerata un fine e non un mezzo.

“Dobbiamo esprimere la nostra gratitudine agli uomini e alle donne di scienza per i loro sforzi e per il loro impegno a favore dell’umanità. Questo apprezzamento delle scienze, che non sempre abbiamo saputo manifestare, trova il suo fondamento ultimo nel progetto di Dio”, ha dichiarato inoltre il Pontefice.

Tra le donne di scienza che hanno sempre cercato di far dialogare questi due mondi per molti lontani e incompatibili, c’è suor Katarina Pajchel. Oltre che essere una suora domenicana di origine polacca, è una scienziata, esperta in fisica nucleare e ricercatrice che ho incontrato qualche tempo fa a Ginevra, al Cern (Centro Europeo per la Ricerca Nucleare). Una suora alla ricerca della “particella di Dio” o, come ci tiene lei a specificare meglio, del “Bosone di Higgs”.

Al Cern di Ginevra con suor Katarina Pajchel

“Scienza e religione possono andare d’accordo”, non ha dubbi. “La questione è una. Dipende dalla domanda cui vuoi rispondere. La scienza risponde al come è stato creato il mondo, mentre la religione risponde al perché. Se si vuole andare molto più in fondo, la religione può dare le risposte giuste. Bisogna capire una cosa fondamentale. Un essere umano è fatto di sola materia? O ha anche uno spirito?”.

Il Cern cerca di capire la nascita dell’universo, come tutto sia potuto succedere. Secondo la visione cattolica il Big Bang coincide con la creazione dell’Universo.

Qui cerchiamo soltanto di capire con i nostri esperimenti molte cose molto utili sulla materia, sulla gravità. Non c’è niente che vada contro la religione. Io mi preoccupo, invece, quando si parla di manipolazione genetica. Ecco, quello è davvero un problema e gli esperimenti si fanno sulla vita umana, cambiando il corso naturale delle cose. Qui non manipoliamo niente, non abbiamo problemi di carattere etico. Abbiamo solo delle teorie e cerchiamo di verificarle. In fondo, dipende tutto da come la scienza viene usata. Io spero di utilizzare il mio talento per uno scopo ben preciso, quello di predicare attraverso la fisica, dimostrando che tutte le meraviglie di questo mondo hanno un perché molto più profondo. Vedo che la gente si sorprende quando scopre che sono una suora scienziata ma poi, quando spiego i miei perché, magari comincia ad aprire uno spiraglio a ciò che dico. Questo per me è importante, soddisfa il mio intento. Niente può provare l’esistenza di Dio, è vero. Ma nemmeno il contrario. Io rispetto ogni religione ma per me tutta questa bellezza viene proprio da Dio. E ciò che noi credenti possiamo regalare in più alla scienza è proprio la speranza che tutto non sia fine a se stesso ma abbia un perché molto più profondo e pieno d’amore”.

 

Donatella Briganti (ghostwriter e giornalista)

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