Le interviste alle socie del Network Lean In
Eccoci ad un’altra delle interviste alle socie del Network tutto al femminile, presente in tutto il mondo, che si chiama “Lean In”, “Facciamoci avanti”, nato dal bestseller internazionale di Sheryl Sandberg “Lean In: Women, Work, and the Will to Lead”.
Un’altra storia e un altro spaccato di vita per voi. Oramai saprete che l’autrice, imprenditrice, funzionaria statunitense, filantropa, attivista sociale, ex direttrice operativa di Facebook, ha fondato i Lean In Circles proprio con l’intenzione di promuovere la parità di genere. Sheryl nel suo libro racconta di un movimento dal basso di circoli di auto aiuto sul tema dell’empowerment femminile, un movimento che si è rivelato di forte impatto.
Una rete di donne professioniste
È un network di professioniste con esperienze consolidate in molteplici ambiti di business, unite dalla volontà di promuovere, tramite la forza della rete e tramite azioni concrete, una cultura di genere attenta alla parità, sia nella vita personale che in quella professionale, e di sostenere lo sviluppo delle competenze.
Tutti temi anche a me molto cari, infatti ho scritto un libro per le donne e in particolare per le mamme imprenditrici, per dare il mio contributo concreto, tramite la scrittura che è la mia professione e la mia passione, e incoraggiare la conciliazione lavoro/maternità. In “Mamme M.I.A. – Mamme Imprenditrici Allattano – Storie di (difficile) conciliazione”, edito da LuoghInteriori, ho raccontato la mia esperienza di conciliazione e le storie di altre dodici mamme imprenditrici che, anche se a fatica, sono riuscite a conciliare maternità, allattamento e famiglia con la propria professione.
Anche per questo sono molto felice di portare avanti le interviste con le socie Lean In che si raccontano e si aprono al mondo dando esempio e stimolo a chiunque legga di loro.
Da anni Lean In a Roma
Ho conosciuto ormai parecchi anni fa, quando ne scrissi per la prima volta, Lean In e Laura Dell’Aquila, fondatrice di Lean In Rome, primo Lean In Circle in Italia, e poi fondatrice e presidente del Lean In Network Italy (Rome), una rete di Circle presente in tutto il nostro Paese. Adesso, da socia e promotrice di questa importante realtà, sento profonda la gioia di dar voce alle socie che scelgono di raccontarsi, di parlare del proprio lavoro, degli ostacoli incontrati e di come una rete di donne come Lean In può aiutare a superare i periodi difficili e raggiungere i più importanti obiettivi. Perché questo vuol dire fare rete, informare, comunicare, interagire, crescere e far crescere quella consapevolezza indispensabile a rendere questo mondo migliore. Crediamo questa sia una preziosa opportunità di condivisione e di ispirazione.
Un format con poche e apparentemente semplici domande, che però aprono le porte della mente, del cuore, dei ricordi e dei progetti.
Ed ecco a voi, quindi, l’intervista a Nicoletta Basili.
Intervista a Nicoletta Basili, socia del network Lean In Rome
“Il mio approccio si fonda su due parole chiave: visione ed efficienza. Visione come orizzonte a cui tendere, efficienza come capacità di trasformare le idee in azioni concrete. Il mio motto: Think big, start small.”
– Raccontami della tua attività lavorativa e di un particolare progetto del quale sei particolarmente soddisfatta.
“Sono una Senior Project Manager e per molti anni mi sono occupata di progetti ad alto impatto sociale, con un focus su inclusione sociale e formazione. Oggi sono responsabile formazione in ICN, società di Confcooperative la cui mission è accompagnare sviluppo e crescita delle imprese cooperative.
Nel corso degli anni, ho avuto la fortuna di lavorare su progetti straordinari in ambiti che mi stanno profondamente a cuore come l’inclusione sociale ed economica di rifugiati, minori stranieri e donne in condizione di vulnerabilità; la formazione su stereotipi e discriminazioni di genere; e l’imprenditorialità femminile. Attualmente, tra i progetti che coordino, mi sto dedicando alla creazione di una piattaforma e-learning per il rafforzamento delle competenze manageriali di chi opera nelle cooperative contribuendo quindi alla crescita di un modello di impresa altamente sostenibile in termini sociali e di governance.
Cosa ama di più Nicoletta
Quello che amo di più però è accompagnare le organizzazioni nei loro percorsi di trasformazione, creando valore per tutti gli stakeholder. Mi appassiona contribuire a realizzare modelli organizzativi dove business e impatto sociale si alimentano reciprocamente, e lavorare sulla cultura aziendale, perché evolva verso la crescita condivisa e l’innovazione. Trovo stimolante costruire relazioni autentiche sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione, creando ecosistemi collaborativi dove la sostenibilità non è solo un obiettivo ma un modo di operare quotidiano. L’ho fatto in Programma integra che da piccola impresa è cresciuta fino a diventare una realtà consolidata nel panorama romano del Terzo settore; in Casina degli Specchi, dimora storica, dove ho contribuito a valorizzare un bene del patrimonio culturale italiano; in ICN, società di consulenza dove sto collaborando al nuovo posizionamento e al lancio di progetti strategici.
Il mio approccio si fonda su due parole chiave: visione ed efficienza. Visione come orizzonte a cui tendere, efficienza come capacità di trasformare le idee in azioni concrete. Il mio motto: Think big, start small.”

Nicoletta Basili
– Quali sono i principali ostacoli che hai incontrato come donna nel tuo progresso di carriera o nello sviluppo di un tuo progetto? Cosa ti ha permesso di superare queste difficoltà?
“Per molti anni ho lavorato in ambienti con una forte presenza femminile mentre oggi opero in contesti più eterogenei. Tuttavia, anche in settori a prevalenza femminile, i ruoli apicali restano in larga parte occupati da uomini. Conosciamo bene i dati: secondo il Rendiconto di genere dell’INPS, appena il 21,1% dei dirigenti è donna e tra i quadri la presenza femminile si ferma al 32,4%, nonostante le donne rappresentino il 52,6% dei diplomati e il 59,9% dei laureati.
Tre aspetti fondamentali
Ritengo ci siano tre aspetti fondamentali su cui lavorare. Il primo riguarda le quote di genere. La mia esperienza con persone rifugiate, anche con titoli, mi ha insegnato che l’inclusione sociale è sempre subordinata all’opportunità di dimostrare le proprie competenze. Per chi è vittima di stereotipi, la possibilità di dimostrare il proprio talento è cruciale. Questo vale anche per le donne nei ruoli decisionali: senza un contesto che ne favorisca l’accesso, le competenze non bastano.
Il secondo fattore è la redistribuzione del lavoro di cura che grava ancora in modo sproporzionato sulle donne, non solo rispetto ai figli, ma anche nei confronti di genitori anziani o persone fragili. È una questione culturale, politica e organizzativa. Le donne devono esigere maggiore condivisione, e le istituzioni e le aziende devono fare la loro parte.
Il terzo elemento è il sapersi prendere il proprio spazio, “sit at the table” e far sentire la propria voce. Spesso questo comportamento nelle donne viene percepito come aggressivo. Una situazione con cui ho dovuto fare i conti personalmente e che sto affrontando lavorando su alcune competenze trasversali quali ascolto attivo, per comprendere contesto e interlocutori, comunicazione efficace per strutturare i miei pensieri e le mie idee in modo chiaro, e assertività ovvero la capacità di stabilire confini chiari e non rinunciare ai miei valori e a quello in cui credo.”
– Che impatto ha avuto nella tua vita l’appartenenza ad una rete femminile come Lean In? Quanto questo “fare rete” può aiutare a superare gli ostacoli e trovare soluzioni?
“Il motivo principale per cui ho scelto di entrare in Lean In, così come in altri network che operano sui temi della gender equality, è la convinzione che fare rete amplifica la voce e l’impatto sui temi che mi stanno a cuore.
Un altro aspetto fondamentale è la possibilità di accrescere consapevolezza e conoscenze. Partecipare a un network significa beneficiare di uno scambio continuo di informazioni, esperienze, eventi e iniziative.
Infine, c’è il valore umano e relazionale. I network non sono solo connessioni professionali ma anche spazi di condivisione e ispirazione. A volte, un semplice incontro o una chiacchierata possono generare sinergie inattese. Per questo ci tengo a ringraziare Donatella, questa intervista è stata un’occasione speciale per conoscerci personalmente, scambiarci idee e storie di vita personale, e vivere ancor più da vicino la forza che hanno i network ovvero unirsi intorno a dei valori, dargli voce e contribuire al cambiamento sia sociale che personale.”

Nicoletta Basili
Per concludere
Nicoletta è una donna molto solare e molto concreta. Sa che ognuno di noi può fare tanto e lei il suo tanto lo fa ogni giorno, in ogni aspetto della sua vita.
Le sue parole ci fanno riflettere anche sul significato e l’importanza della rete, fondamentale su tutti i punti di vista da lei sottolineati. Con piacere accolgo le parole dedicate a me e colgo l’occasione anche io per ringraziare lei e tutta Lean In perché in ogni intervista con ogni socia cresco un po’ di più, umanamente e professionalmente.
E come non darle ragione quando parla di ascolto attivo, comunicazione efficace e assertività!? Tre strade convergenti verso il cambiamento personale e sociale. Verso quella trasformazione che Nicoletta ama tanto attuare per andare verso un mondo migliore.
Per maggiori informazioni sulle nostre attività, vi invitiamo a contattare qui il Lean In Circle più vicino.